Quando mangiamo, Le funzioni dell’apparato digerente a partire da ciò che avviene in primis nella nostra bocca e ancor prima dall’esterno, ovvero dal momento in cui la nostra vista e il nostro olfatto entrano in contatto col cibo, sono fondamentali per la corretta digestione.
Detto ciò, occorre inoltre capire esattamente il percorso che il nostro cibo, trasformato in boccone, utilizzerà all’interno del tratto gastrointestinale.
Quattro sono le qualità della mucosa digerente del tratto gastrointestinale:
- Capacità di capire che tipo di boccone è
- Capacità di spingerlo dentro e tirarlo fuori
- Capacità di produrre la secrezione necessaria per digerirlo
- Capacità di assorbire il boccone
Tutte queste qualità le ritroviamo anche nei nervi cranici relativi all’apparato digerente.
L’arcaica forma embrionale tubolare ad anello era costituita principalmente da un sistema digerente fornito di organi sensoriali:
- Occhio (vista)
- Orecchio (udito)
- Naso (odorato)
Arcaici gestiti dal tronco cerebrale.
Così, questo tubo, oltre ad avere tutte le caratteristiche dell’intestino possedeva dagli organi di senso che gli permettevano di percepire se il boccone (odore e forma) potesse andare bene o no e, le qualità sensoriali dell’intestino, essendo le prime, potevano fare o non fare attivare altre cose.
In questo modo, se il boccone è una proteina, sarà attivato il pancreas per la sua digestione, se il boccone si ferma sarà attivata la peristalsi e la formazione di muco per farlo avanzare, e via così.
Qualità sensoriale per riconoscere il cibo
Utilizziamo questa qualità per riconoscere se un cibo è buono oppure no.
Di solito siamo abituati a mangiare a memoria ciò che conosciamo, ma ci guardiamo bene dal mettere in bocca qualcosa di sconosciuto.
Davanti ad un alimento nuovo attiviamo subito le qualità sensoriali, una delle quali è l’olfatto, annusiamo prima di tutto quello che non conosciamo.
I conflitti relativi a non poter analizzare il boccone finora non sono conosciuti, ma possiamo considerare che questa qualità comporta l’inversione della peristalsi nella parte superiore del tratto digestivo che possono essere il vomito, come riflesso istintivo di fronte a ciò che può essere dannoso per l’organismo, e l’eliminazione attraverso l’accelerazione della peristalsi nel tratto finale dell’intestino ovvero con dissenteria.
Spesso, anche se l’odore è gradevole, lo rifiutiamo (come potremmo bere del profumo?) e questo perché nella mucosa olfattoria abbiamo delle ghiandole specializzate che hanno il compito di riconoscere prima se quell’alimento può essere biodegradabile per il nostro apparato digerente, cioè ci dicono che quei legami chimici così forti e così saturi, i nostri metabolismi non sarebbero in grado di scioglierli.
Questa capacità di analisi acquista dalla cellula nei millenni a favore della sua intenzione di crescita e di sopravvivenza, è stata, ora, posta nel naso, proprio sopra la bocca in modo da esaminare e riconoscere ciò che entra nella bocca stessa.
La qualità motoria peristaltica
Una volta che il boccone ha superato l’esame di idoneità, si crea una nuova esigenza funzionale, ovvero spingere il boccone nell’organismo.
Questo movimento rappresenta la qualità peristaltica che avviene per l’azione di due tipi di muscoli longitudinali che hanno rispettivamente una innervazione mista vago e simpatico.
Un conflitto relativo a questa qualità comporta una minore contrazione della muscolatura anulare che fa dilatare l’intestino riducendo fortemente l’onda peristaltica in modo che il boccone possa essere riassorbito e facilita la formazione di un tumore e crescita piatta con qualità assorbente e che provoca l’immobilizzazione di quella parte di intestino.